La serva padrona – pergolesi was a fuckin' rockstar

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La serva padrona – Pergolesi was a fuckin’
rockstar

Dopo Ubu rex, la giovanissima Compagnia degli Scarti insiste sul tema del potere e
delle sue terrificanti manifestazioni, e l’ironia dissacrate tipica del gruppo conquista il palco del PimOff.
Si parte da Pergolesi e dalla sua Serva padrona, e del famoso intermezzo comico resta intatta la
vicenda e l’intento critico. Per il resto, la regia di Enrico Casale si diverte a stravolgerne, violarne ed
esasperarne le dinamiche originali, scartando gli orpelli drammaturgici e distillando una verità sulla
natura umana che trova nel linguaggio punk l’espressione più esaustiva.
Nessuna compiacenza per Uberto e Serpina in questa Serva padrona: entrambi spogliati di umanità,
sono la rappresentazione della faccia più perversa dell’uomo colto nella sua quotidianità domestica.
Non c’è limite né pudore alle sevizie che via via l’intimità ispira loro. E se in Pergolesi la serva, con
l’astuzia, diventa padrona e Uberto è vinto dal nuovo ruolo che ella gli impone, qui la commedia del
potere è continuamente ribaltata: l’una e l’altro non si danno pace, ogni volta perdendo il comando,
e non hanno il tempo di godere del proprio sadismo che già sono ricapultati in un ruolo subalterno.
Un campionario di linguaggi di diversa provenienza sono disciplinati (o indisciplinati?) dalla matricepunk che sostituisce ai cembali le chitarre elettriche e ai vocalizzi settecenteschi il grido velenoso evolutamente stonato.
Il contesto caotico in cui prende forma lo spettacolo è insieme specchio distorto della realtà eazzardo teatrale: impressiona lo spessore autodidattico degli gli attori e l’originalità di questaanomala e coraggiosa chiave interpretativa.
Interessanti i riferimenti all’handicap sebbene non sempre chiaro il legame con l’intera vicenda.
Uberto si presenta in apertura di performance in carrozzina e privo delle gambe, tranne poiriacquistarne miracolosamente l’uso. Il trucco è svelato e la fasulla condizione non è altro che unespediente patetico atto solo a farsi meglio servire.
Il monologo che nel finale vede il servo Vespone ricalcare visivamente la Passione di Cristo inun’invettiva contro il padre e contro Dio è forse il momento drammaticamente più denso; unsacrificio scenico che offre un contraltare di purezza alle perversioni degli altri due caratteri.
Sul precedente Ubu rex gli intenti della compagnia erano chiari e non smettono di colpire ne La
serva padrona
: il motore resta una rabbia forte contro l’abuso del potere da parte dei governi come
“del compagno che ci prendeva in giro alle elementari”. Il tema è considerato dalle sua fondamenta,
nelle sue manifestazioni più dirette e universali ed è apprezzabile la purezza di una genesi artistica
che parte dalla volontà di “cacciare il cattivo e goderne”, permettendo al pubblico di condividere una
rivincita.
L’immaginario segnico si orienta tra due binari opposti: da una parte la volontà registica dirappresentare il caos, l’umana tendenza alla distruzione e al sovvertimento dell’ordine, dall’altra l’esigenza di trovare all’interno di questa spinta una sorta di organizzazione e di pulizia, comesuggerito dall’impianto scenografico, tripartito e frontale, e dal susseguirsi delle scene, in cuinessuna si sovrappone all’altra nonostante siano moltissimi i segni, gli arredi, gli imput scenici chetendono all’entropia.
Lo stesso utilizzo del playback sembra inserirsi in questa prospettiva: le voci sarebbero state piùsporche se urlate dal vivo ma se ne sacrifica l’impatto preferendo una presa di distanza ancheemotiva dal caos imperante.
Molti gli spunti per questa anteprima nazionale e molte le attese per quello che diventerà; senz’altrouna compagnia che si conferma vitale, coraggiosa e da tenere d’occhio.
Lo spettacolo è andato in scena:
Pim Off
via Selvanesco, 75 – Milano
da mercoledì 19 a venerdì 21 dicembre, ore 20.45
La serva padrona – Pergolesi was a fuckin’ rockstar
Anteprima nazionale
da Pergolesi
con Alessandro Cecchinelli, Chiara De Carolis, Simone Bianchi
regia Enrico Casale
assistente alla regia e alla drammaturgia Alessio Torreggiani
scenografie Alessandro Ratti
costumi Sara Navalesi, Rossana Crudeli
direzione musicale/arrangiamenti: Jacopo Simoncini, Andrea Cerri
musicisti Giacomo Lomasti (chitarra elettrica), Gianmaria Molossi (basso), Niccolò
Spinatelli (batteria)
mixaggio/post-produzione musicale Niccolò Spinatelli (Nik studio) rumore
TMOTCProduzione compagnia degli Scarti, Centro Dialma Ruggiero, Istituzione per i
Servizi Culturali, Fuori Luogo – percorsi teatrali nel presente
Finalista Premio MyDream 2012 – Teatro Piemonte Europa
Finalista E45 Napoli Fringe Festival 2012– Napoli Teatro Festival
Vincitore “Stazioni d’Emergenza IV” – Teatro Stabile d’Innovazione Galleria Toledo, Na

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